Il monte nisseno che nasconde una città perduta e i segreti di un popolo dimenticato

Sul monte di Sabucina, vicino Caltanissetta, giace una città perduta: mura, templi e il mistero di una dea antichissima.

25 novembre 2025 18:00
Il monte nisseno che nasconde una città perduta e i segreti di un popolo dimenticato - Foto: Clemensfranz/Wikipedia
Foto: Clemensfranz/Wikipedia
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Nel cuore della Sicilia, dove la terra è rossa e il vento porta l’eco dei secoli, si erge un monte che da lontano appare come un semplice rilievo. Ma chi osa avvicinarsi scopre che tra le sue pietre e i suoi sentieri giace una città scomparsa, un luogo che fu crocevia di civiltà e teatro di riti antichi: Sabucina.
Questo sito, a pochi chilometri da Caltanissetta, è uno dei più affascinanti e misteriosi dell’archeologia siciliana. Qui la storia non è scritta nei libri, ma incisa nella roccia, tra resti di mura ciclopiche e tracce di un popolo che la leggenda vuole discenda dai giganti.

Una città tra mito e realtà

Sabucina fu abitata fin dall’età del bronzo e prosperò durante il periodo greco-arcaico. Le prime testimonianze risalgono al XIII secolo a.C., quando il monte ospitava un insediamento indigeno fortificato. Successivamente, con l’arrivo dei Greci, il sito divenne un importante centro strategico e commerciale. Le case in pietra, le ceramiche finemente decorate e le fortificazioni testimoniano una civiltà che aveva raggiunto un alto livello di sviluppo.
Ma la vera particolarità di Sabucina sta nella sua posizione isolata: il monte domina la vallata circostante, permettendo una vista che spazia fino alle coste meridionali dell’isola. Una scelta che non fu casuale: qui, infatti, gli abitanti avevano trovato un luogo ideale per controllare i traffici e, forse, per proteggere qualcosa di più importante — un santuario, un segreto, un simbolo del potere perduto.

Le rovine che raccontano l’anima di un popolo

Scavi archeologici condotti a partire dal XX secolo hanno riportato alla luce tracce di un abitato indigeno, resti di templi e necropoli che testimoniano l’incontro tra cultura sicula e influenze greche. Oggi il sito conserva resti di mura difensive, abitazioni, fornaci e una piccola acropoli.
Ogni pietra di Sabucina sembra voler raccontare un frammento di storia: quella di una città che resistette alle guerre, ai terremoti e al tempo stesso, ma che fu lentamente inghiottita dal silenzio.

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