Il tempio che rinacque dalle rovine: dove Caltanissetta nascose i suoi misteri
A Caltanissetta, la Chiesa di Santa Rita custodisce le origini della città: un tempio medievale rinato dalle rovine e simbolo di fede secolare.
Nel cuore del centro storico di Caltanissetta, tra vicoli che profumano di pietra antica e memorie di altri secoli, sorge un edificio che pochi conoscono davvero. È la Chiesa di Santa Rita, un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, ma che in realtà racconta la storia più antica della città. Qui, tra restauri, terremoti e miracoli popolari, è custodita la traccia della prima comunità nissena, quella che diede origine alla fede e all’identità di un intero popolo.
Dalle origini medievali alla rinascita barocca
La Chiesa di Santa Rita, inizialmente intitolata a San Francesco, fu fondata nel XIII secolo insieme al convento dei Frati Minori. Si tratta della più antica chiesa della città, costruita probabilmente poco dopo la fondazione del primitivo nucleo urbano medievale. Nel corso dei secoli, l’edificio subì modifiche e restauri profondi: dopo il terremoto del 1693, che colpì anche parte del centro Sicilia, venne ristrutturato in stile barocco, assumendo l’aspetto attuale.
La facciata, semplice ma imponente, conserva il portale originario in pietra arenaria, mentre l’interno a navata unica custodisce altari in marmi policromi e affreschi che raccontano episodi della vita di Santa Rita da Cascia, alla quale la chiesa venne dedicata nel Settecento, dopo la soppressione del convento.
Un cuore francescano ancora pulsante
Oggi, la Chiesa di Santa Rita non è solo un luogo di culto ma anche una memoria viva della presenza francescana a Caltanissetta. Dalle sue fondamenta nacque infatti la devozione popolare che avrebbe dato origine a numerose confraternite e processioni ancora oggi molto sentite.
Le sue mura raccontano la trasformazione di una città: da borgo feudale a capoluogo, da centro monastico a luogo di cultura e spiritualità. Ogni restauro, ogni statua e ogni reliquia testimoniano la capacità dei nisseni di rinascere dalle rovine, così come fece la loro antica chiesa dopo secoli di prove e abbandoni.
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