Stragi di mafia: alleanze segrete tra politica ed economia che sorprendono!
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Mafia: il procuratore di Caltanissetta rivela il legame tra stragi e politica
ROMA – Un’illuminante intervista a Salvatore De Luca, procuratore di Caltanissetta, ha gettato nuova luce sulla complessità delle stragi mafiose che hanno segnato la storia recente d’Italia. Durante una puntata speciale di Tv7 su Tg1, De Luca ha affermato: “Nelle stragi sono coinvolti settori della politica e dell’economia”.
Il procuratore ha sottolineato l’importanza di un "fil rouge" tra le diverse stragi mafiose, indicandole come il risultato di alleanze strategiche e tattiche. Questo scenario complesso include, secondo De Luca, non solo Cosa Nostra, ma anche settori rilevanti dell’imprenditoria e della politica. La presenza di interessi illeciti sembra confermare un quadro di collusione a più livelli, tanto pericoloso quanto articolato.
Parlando di una possibile connessione con la massoneria, De Luca ha evidenziato: “C’era un particolare interessamento da parte di Cosa Nostra per la massoneria”, senza escludere il coinvolgimento di “settori della massoneria deviata”. Queste affermazioni suggeriscono la presenza di una rete di complicità ben oltre le organizzazioni mafiose, complicando ulteriormente il panorama investigativo.
La Procura di Caltanissetta, secondo De Luca, non ha “chiuso alcuna pista” nei suoi sforzi investigativi. Le indagini rimaste in sospeso da oltre 33 anni rappresentano una sfida imponente, ma l’obiettivo rimane chiaro: “Abbiamo fatto tutto quello che era possibile fare”. Questo approccio riflette un impegno costante nella lotta contro la mafia, in un contesto dove ogni anno che passa rende più difficile il chiarimento di fatti così complessi.
Un punto significativo sollevato dal procuratore riguarda le modalità attraverso cui Giovanni Falcone è stato ucciso. La scelta di optare per una strage invece di un assassinio "silenzioso" in un contesto urbano diverso è, per De Luca, una chiara manifestazione di forza da parte di Cosa Nostra, finalizzata a dimostrare potere e autorevolezza in un momento di forte pressione esterna.
Infine, De Luca ha espresso il suo rammarico riguardo al rischio che troppi mafiosi possano circolare liberamente. Ha avvertito: “Stiamo parlando di soggetti di una pericolosità estrema”. La consapevolezza del pericolo che questi individui rappresentano è palpabile, e il procuratore ha messo in guardia su come “da Cosa Nostra si esce se non da morti.”
La lotta alla mafia, come suggerito dalla testimonianza di Salvatore De Luca, non è solo una questione di giustizia penale, ma anche un’analisi profonda delle relazioni tra potere, politica e crimine organizzato. La ricerca della verità continua, in un contesto dove ogni nuovo dettaglio potrebbe cambiare il corso della storia italiana.